sabato 14 febbraio 2009

Luca era gay?

Chi lo sa, ma una cosa è certa. Non me ne frega niente, sono cazzi suoi (giusto per stare in tema).
La cosa che mi stupisce però è che nel terzo millennio c'è ancora chi crede che l'omosessualità sia una malattia e che si possa curarla come l'influenza...
Meno male che c'è Elio!

mercoledì 11 febbraio 2009

Welcome Back!


Condivido tutto!

«Come Italiano sento la necessità di sperare che il mio paese chieda perdono a Beppino Englaro». Inizia così l'articolo che lo scrittore e giornalista Roberto Saviano ha affidato al quotidiano spagnolo El Pais dal titolo «Chiedano perdono a Beppino Englaro».

«Perdono – spiega – perché agli occhi del mondo ha dimostrato di essere un paese crudele, incapace di comprendere la sofferenza di un uomo e di una donna malata. E che si è messo a gridare, e ad accusare, animato da una e dall'altra bandiera». Per lo scrittore però nel caso di Eluana «non si tratta di bandiere», né di «stare per la vita o per la morte».

E invece è andata proprio così e in nome di tutto questo si è voluto vedere anche Beppino Englaro per quello che non era. Il padre di Eluana «non era un fautore della morte di sua figlia, e fino in fondo al suo sguardo mostra i segni del dolore di un padre che ha perso tutta la speranza e la felicità, e la bellezza, attraverso la sofferenza di sua figlia» dice Saviano.
«Beppino deve essere rispettato come uomo e cittadino indipendentemente da quanto pensa ciascuno. Anche, e soprattutto, se uno non pensa come Beppino. Perché è un cittadino che si è rivolto alle istituzioni», sottolinea lo scrittore. «Beppino si è rivolto alla legge e la legge ha confermato il suo diritto. Basta questo per scatenare contro di lui la rabbia e l'odio? È carità cristiana chiamarlo assassino?» si chiede ancora lo scrittore.

Per Saviano, infatti, chi non «condivide la decisione di Beppino (e che Eluana aveva confidato a suo padre) aveva il diritto e il dovere, seguendo la propria coscienza, di manifestare la propria opposizione a che si interrompesse l'alimentazione tramite il sondino e l'idratazione. La battaglia – accusa – si sarebbe dovuta fare inseguendo la coscienza di ognuno e non provando ad intervenire mettendosi al di sopra alla Corte di Cassazione».

Saviano si scaglia contro quel gruppo di persone «che non conosce nulla del dolore di una figlia immobile in un letto» che descrive il padre di Eluana come una sorta di conte Ugolino che divora i suoi figli. «E dicono queste idiozie in nome di un credo religioso», commenta Saviano, che dice di conoscere invece una Chiesa diversa, che si batte per la dignità degli immigrati e contro la mafia. La Chiesa «dei padri comboniani, così come della Comunità di Sant'Egidio, del cardinale Sepe e del cardinale Martini, ordini, associazioni e personalità cristiane fondamentali per la sopravvivenza della dignità del mio Paese».

Lo scrittore a questo punto della lettera si rivolge «a chi pensa di ottenere merito dalla Chiesa con il caso Elauna» per chiedere loro «dov'era la Chiesa durante la guerra in Iraq? dove stavano i politici quando la Chiesa chiedeva rispetto per gli immigrati e un intervento decisivo contro la mafia? Sarebbe bene chiedere ai cristiani del mio paese di non credere a chi nell'animo si sente solo di speculare sui dibattiti nei quali non si può dimostrare niente con i fatti, ma solo prendere una posizione».

Dopo aver ripetuto che il vero punto era capire il dolore di una famiglia, e di percepire il dolore, da Saviano arriva poi l'affondo alla politica. Molti politici hanno voluto «utilizzare il caso Englaro per creare consenso e distrarre l'opinione pubblica», nota lo scrittore. Che poi sottolinea come il padre di Eluana, invece, abbia «dimostrato che in Italia non esiste nulla di più rivoluzionario delle certezza del diritto». E ricorda che Beppino, per rispetto della figlia, ha voluto mostrare solo le foto di Eluana «sorridente e bellissima». Non ha mostrato le foto dell'ospedale «perché non voleva vincere con il ricatto delle immagini, ma solo con la forza del diritto» aprendo così «un nuovo cammino delle istituzioni».

Ma forse è stata proprio questo l'errore di Beppino Englaro: l'ingenuità e la correttezza di credere nella possibilità di una giustizia in Italia», unico caso in cui «la coscienza e il diritto non emigrano» ed è «così che il diritto di uno diventa il diritto di tutti».

Il padre di Eluana, conclude Saviano dopo tante accuse, rappresenta «l'Italia del diritto e dell'empatia, quella in cui sarebbe bello riconoscersi».

L'Unità.it

sabato 7 febbraio 2009

Ancora più triste...

Dal Blog di Beppe Grillo

Eluana non c'entra. E' un pretesto per sfiduciare la Presidenza della Repubblica. La sua funzione di controllo e di garante della Costituzione. E' un braccio di ferro, forse un braccio di merda. Lo psiconano non vuole più nessuno che lo intralci nella sua marcia di occupazione delle istituzioni. Napolitano non ha firmato il decreto legge. Il Consiglio dei ministri allora lo scavalca con un disegno di legge identico al decreto. Dovremo ricordarci chi lo ha votato. Un giorno potremmo procedere contro di loro per attentato contro lo Stato.
Il disegno di legge verrà proposto al Parlamento dei burattini di Arcore che lo approverà. Il disegno di legge è incostituzionale? Si cambierà la Costituzione! Nessun primo ministro europeo farebbe, direbbe quello che dice, quello che fa questa bombetta a orologeria della democrazia. Eluana potrebbe procreare? Eluana potrebbe sopravvivere per tre, quattro giorni al digiuno forzato come Pannella? Io sono un comico, ma chi pronuncia queste parole è solo un pover'uomo.
Schifani è stato contingentato in una corsa contro il tempo per l'approvazione del disegno di legge al Senato. Il Presidente del Senato agli ordini dello psiconano. Ma non vi rendete conto che è una farsa? Che Eluana è un'informazione di distrazione di massa? Ogni giorno una nuova, pessima notizia. Non è sufficiente difendersi dal crollo dell'economia, occuparsi dei mille problemi quotidiani. Non basta. Ogni giorno che Dio manda in terra dobbiamo difenderci da una nuova legge, un decreto, un emendamento, un esproprio dei nostri diritti civili.
I nostri dipendenti operano senza sosta per mettersi al sicuro dalla magistratura e dalla resa dei conti. E' spossante e anche umiliante per un cittadino vivere in Italia. In tutto il mondo si cerca di fronteggiare la crisi, questi politicanti, ex fascisti, ex leghisti, piduisti a tempo pieno usano la crisi per rafforzare il loro potere ed eliminare gli altri, dalla magistratura, al Parlamento, alla Corte dei conti, alla presidenza della Repubblica.
Hanno fretta, una maledetta fretta. Sentono gli zoccoli dei bisonti, la cascata del Niagara che aspetta l'Italia. non vogliono fare la fine di Ceaucescu, ma neppure quella di Bottino Craxi. Il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato "prospettive tetre" per l'Italia. Tetre, un termine da Dario Argento, da film dell'orrore. Vogliono mettere l'esercito sul ponte del Titanic e fuggire con le scialuppe di salvataggio.

venerdì 6 febbraio 2009

Che tristezza...

Il dramma di una persona in coma da 17 anni è stato strumentalizzato da tutti a livelli inaccettabili, soprattutto dopo quello che sta succedendo oggi pomeriggio: almeno il Presidente della Repubblica non ha firmato l'ennesima legge vergogna, forse la più vergognosa. VERGOGNA! FATE TUTTI SCHIFO!

Dal Blog di Marco Travaglio:


Portatelo via
Questo blog non si occupa di Eluana Englaro perché ha troppo rispetto per i misteri del dolore, della vita e della morte. Ma non possiamo non occuparci, ancora una volta, di un governo indecente e di un premier fuori controllo che ieri, dopo la bocciatura del suo demenziale decreto incostituzionale e vergognoso, ha sostenuto che Eluana sta benissimo, tanto che potrebbe persino avere figli. In attesa che ci racconti una barzelletta sui malati terminali in coma vegetativo, sulla scia di quelle sull’Olocausto e sulle ragazze stuprate, sarebbe il caso che qualcuno provvedesse a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). In un paese perlomeno decente, in casi come questo arrivano due infermieri e portano via il soggetto in ambulanza, per sottoporlo ad accurati accertamenti. Quanto poi a quel che è accaduto in queste ultime ore tra il Quirinale e Palazzo Chigi, prepariamoci a leggere le “indiscrezioni” dei “retroscenisti” che, a seconda degli schieramenti, faranno apparire il capo dello Stato o il capo del governo come eroi della resistenza. Io preferisco guardare al risultato finale. Berlusconi ha ottenuto ciò che voleva: dimostrare al Vaticano di aver fatto tutto il possibile per compiacere le gerarchie ecclesiastiche (si spera non tutte) e i loro seguaci più ottusi. Napolitano ha ottenuto ciò che voleva: dimostrare che, almeno una volta nella vita, ha avuto il coraggio di rimandare indietro una legge vergogna, altrettanto incostituzionale quanto il lodo Alfano o la schedatura ai bambini rom o l’aggravante razziale per gli immigrati clandestini o il decreto sui rifiuti in Campania. In più, se c’era qualche speranza che il Quirinale bocciasse la legge-porcata sulle intercettazioni o la controriforma della giustizia varata ieri dal Consiglio dei ministri o il nuovo pacchetto sicurezza che legalizza le ronde padane e impone ai medici di denunciare i malati clandestini, ora quelle possibilità si riducono al lumicino: un intero esercito di pompieri si scatenerà per spegnere i fuochi di questo “scontro fra Napolitano e Berlusconi” e per riportare la pace tra i due palazzi. Così Berlusconi uscirà, ancora una volta, vincitore: a lui, di Eluana, non frega nulla. A lui interessa distruggere la Giustizia. E da stasera ha qualche chance in più di farcela.